Penso che non dimenticherò mai la mia prima maratona.
Dopo 7 mesi di allenamento (in precedenza non avevo mai corso)
Insieme ad un piccolo gruppo di amici tutti alla prima esperienza
e con tanta aspirazione ci siamo buttati in questa avventura.
Nessuno di noi aveva pretese di tempi da record, l’unica cosa
che volevamo era di superare la linea di arrivo dei 42,195 Km.
Il bello di partecipare ad una maratona fuori città (sono di milano)
é quel aria di festa che si respira fin dal giorno prima: la cena
ricca di carboidrati per non rimanere "a secco" durante il percorso,
lo scherzare su chi arriverà primo o su chi non arriverà e quella
sottile ma ben percettibile tensione pre-gara che risulta però
stimolante e di aiuto a concentrarti sul tuo obbiettivo e poi le
sempre poche ore di sonno prima del grande evento.
Ore 6:00 sveglia, qualche minuto di raccoglimento e meditazione, poi
la doccia e la colazione, Check-up di tutte le cose necessarie:
integratori, vaselina, il necessario per l’eventuale doccia ecc..
Siamo tutti molto emozionati tra di noi si è creato un feeling di unità,
pronti ad affrontare la stessa sfida.
Ore 7:15 usciamo di casa e alle 7:45 siamo sul posto della gara,
Il mitico Colosseo. Dopo aver passato qualche minuto ai bagni
pubblici iniziamo il riscandamento, la giornata era molto fredda.
Alle 8:30 cominciamo ad entrare nelle rispettive "gabbie" di partenza.
Ore 9:00 l’avventura ha inizio, la gente esulta, applaude, urla
la banda inizia a suonare, gli elicotteri volano sopra di noi con le telecamere,
si respira un aria di festa a 360°.
Finalmente siamo nel flusso della corsa, dopo un inizio elettrizzante
arriva la fase della concentrazione, il nostro gruppetto (4 ragazzi)
si divide in due e continuiamo la corsa a coppie. Dopo circa 17 Km
Io e il mio compagno decidiamo di accellerare un po’, ci sentiamo in forma.
La nosra "progressione" si arresta intorno al 30° Km, e lì che iniziano i
problemi ed un’altra fase della maratona. Cominciamo ad essere stanchi
ci sono i primi dolori, la mente inizia a consigliare il ritiro ma il cuore dice
di stringere i denti e continuare fino alla fine, come se non bastasse arrivano
a farmi compagnia anche I CRAMPI.
Io e il mio compagno cerchiamo di non perderci d’animo e per qualche secondo ci
prendiamo per mano, in quel momento diveniamo uno per tutti e tutti per uno
le nostre energie migliorano e continuiamo a correre verso la meta.
Al 35° Km i crampi mi dilaniano entrambi le gambe cosicché devo notevolmente
rallentare la mia andatura fino a percorrere alcune decine di metri camminando.
A quel punto dico a Teo di non fermarsi e che ci saremmo incontrati all’arrivo.
E’ stato molto ispirativo vedere come c’erano molte altre persone stremate
dalla fatica ma che comunque continuavono la loro corsa per arrivare alla fine.
Dopo altre sofferenze ma senza mai mollare taglio il traguardo della mia prima maratona
In 3:46’ h con molta stanchezza, ma con una gioia così grande, che mi metto a piangere
e con la chiara senzazione interiore che correre la maratona mi ha insegnato qualcosa da
portare con mè anche nella vita di tutti i giorni.
Ringrazio di cuore tutte le persone che quel giorno erano là… a correre.
Giovanni A. (Milano)