Craig Virgin ( Americano, campione di 10,000 metri, due volte campione di World Cross-Country, maratoneta 2:10)

Domanda: Come posso affrontare l’ansia di vincere o, dall’altra parte, il disappunto di perdere, in uno sport competitivo?

Sri Chinmoy: Puoi affrontare l’ansia di vincere se, alcuni giorni prima della gara o anche solo prima dell’inizio, puoi immaginare di rallegrarti della tua vittoria. L’immaginazione non è un pio desiderio; non è senza fondamento. L’immaginazione è la stessa realtà in un altro mondo. La portiamo in questo mondo nel modo in cui portiamo giù i frutti da un albero. Per affrontare il disappunto di perdere, devi chiederti se è la mente o il cuore ad avere il disappunto. Realizzerai che è la tua mente e non il tuo cuore. La mente crea divisione; la mente è divisione stessa, e divisione è l’altro nome per pene, pene devastanti. Il cuore, invece, crea unità; infatti il cuore è unità stessa, e unità è l’altro nome per gioia, gioia spontanea. Quando vivi nel tuo cuore, anche se il tuo peggiore rivale vince la gara, non ti sentirai infelice. Con tua grande sorpresa, vedrai che inconsapevolmente e inaspettatamente la tua gioia entrerà in te e amplierà il tuo cuore. Allora proverai quasi la stessa gioia del vincitore.

Eammon Coghlan ( Irlandese, finalista nei 1500 metri alle Olimpiadi, quarto posto sia nel 1976 che nel 1980; record mondiale per indoor mile.

Domanda: Alla finale di un’Olimpiade, dieci atleti sono schierati alla partenza. Sono tutti al 100% in forma e allenati. Che cosa fa sì che uno di loro vinca?

Sri Chinmoy: Non è solo la fortuna a fare vincere. Ci sono due modi per diventare vincitore: un modo è concentrarsi su ciascun giocatore e, come un magnete, attirare in se stesso la forza di volontà che ciascuno ha e svuotarli della loro forza di volontà o energia di vita. Questo modo è chiamato potere di determinazione. Il leone-determinazione divora gli animali più deboli. L’altro modo è identificarsi con la sorgente della velocità velocissima e della resistenza. Consapevolmente si diventa uno con le realtà più alte che sono invisibili, e infinitamente più veloci e forti delle realtà esteriori o delle capacità esteriori. Se un corridore è un consapevole cercatore della Verità e un amante di Dio, adotterà il modo interiore e non il modo esteriore. Il modo esteriore è il modo del leone: ruggendo e divorando i rivali.

DON KARDON ( USA, Presidente dell’Association of Road Racing Athletes; quarto posto alla maratona delle Olimpiadi del 1976 a Montreal)

Domanda: Perché pensi che i corridori sono spesso capaci di conquistare un tipo di stato meditativo durante la corsa?

Sri Chinmoy: Concentrazione e meditazione sono membri della stessa famiglia. Quando un corridore focalizza l’attenzione su una corsa, libera la mente da distrazioni sconvenienti. Una buona concentrazione è il sentiero-pioniere per la più profonda coscienza meditativa.

DICK BEARDSLEY (USA, vincitore nel 1981 della maratona di Londra con un tempo di 2:11, secondo posto a Boston nel 1982 con 2:08:53)

Domanda: Ho corso la maratona di 2:08:53 principalmente su una pista da corsa. Potrei migliorare le mie possibilità per la maratona olimpica del 1984 partecipando all’allenamento e alla corsa dei 10,000 metri su sentiero?

Sri Chinmoy: Sicuramente migliorerai i tuoi tempi correndo i 10,000 metri. La corsa è una disciplina fisica, mentale, filosofica e una disciplina dell’Aldilà. Nell’aspetto fisico, nessuno potrà dirti più di quanto già sai. Per quanto riguarda l’aspetto mentale, se ti abitui a correre brevi distanze, questo potrà aiutarti. Quando corri una maratona, mentalmente provi a sentire che stai correndo solo tredici miglia invece che venti sei miglia. Se riesci a convincere la tua mente di questo, e se la mente può convincere il corpo che sta correndo solo tredici miglia, questo sarà un grosso vantaggio per te. Non è una allucinazione mentale. Una nuova scoperta è spuntata nella mente e la mente la trasmette al corpo. Sia la mente che il corpo dovranno agire insieme per raggiungere la meta finale. Riguardo all’aspetto filosofico, devi sentire che i tuoi problemi sono insignificanti come formiche e non gli presti alcuna attenzione. Hai avuto problemi con mucche, cani, pozzanghere e strade difficili. Dovresti prendere questi problemi filosoficamente. Sebbene per un grande corridore come te queste situazioni siano estremamente spiacevoli e scoraggianti, devi sentire che esse sono parte della tua vita di corridore. Se riesci a vederle in questo modo, quando lo scoraggiamento e la temporanea assenza di entusiasmo ti attaccheranno, potrai superare questi ostacoli. Infine se puoi sentire che attraverso la tua corsa stai facendo qualcosa che ha una diretta connessione con il sempre trascendente Aldilà, che è molto aldilà della mente fisica, riceverai tremenda ispirazione. Questa ispirazione incarna maggiore forza, maggiore gioia e un maggiore senso di soddisfazione.

MARY SLANEY DECKER ( Atletica: record mondiale e due volte medaglia doro nei campionati mondiali del 1983)

Domanda: E’ giusto sapere che altri campioni famosi, grazie alle droghe, hanno un vantaggio chimico sui loro avversari, e come può un’atleta naturale come me giustificare l’uso di una classificazione mondiale sapendo che questi atleti in classifica sono più in alto rispetto agli atleti cosiddetti naturali?

Sri Chinmoy: Qualche volta è bene e necessario sapere cosa fanno gli altri. Se si è un corridore, questo può incoraggiare il proprio spirito competitivo. Invece, a volte questo è un grande ostacolo quando sappiamo cosa stanno facendo gli altri. La cosa ci confonde e, allo stesso tempo, non abbiamo nessuna inclinazione verso i loro metodi. In casi come questi, è sempre bene avere fiducia nelle proprie capacità naturali. La natura incarna energia cosmica. Questa energia cosmica è infinitamente più forte di ogni strumento chimico fatto dall’uomo. Questa energia viene dalla Sorgente ultima e ci guida verso la Sorgente ultima mentre ci appaga e ci soddisfa lungo la strada. Gli strumenti chimici e le altre cose artificiali alla fine falliranno, perché sono innaturali. Qualsiasi cosa innaturale è come un pallone. Per un po’ abbaglierà e confonderà la nostra mente umana, ma alla fine scoppia.

GREG MEYER (USA, vincitore nel 1983 nella maratona di Boston con un tempo di 2:09; record US per 15km e 20km)

Domanda: Perché ricevo maggiore soddisfazione dall’allenamento piuttosto che dalla corsa?

Sri Chinmoy: Ricevi maggiore soddisfazione dal tuo allenamento piuttosto che dalla gara perché quando ti alleni, hai maggiore unità con la tua vita interiore, che incarna la soddisfazione infinita. Quando gareggi competi con gli altri perché vuoi batterli. Lo spirito di sfida che arriva nella competizione molto spesso è afflitto dall’ansia, problemi, dubbi, esitazione e disperazione. Quando ti stai solo allenando, comunque, ti stai esibendo davanti ai più intimi “membri” della tua famiglia: corpo, vitale, mente, cuore e anima. Infatti questi intimi membri del tuo stesso essere si stanno allenando con te. E’ completamente un divertimento di famiglia. Mentre ti alleni stai consapevolmente lavorando per trascendere le tue capacità. In quel momento, stai ascoltando il messaggio del sempre trascendente Aldilà, e il messaggio stesso è completa soddisfazione. Ma quando competi contro gli altri, ti interessi di più alla vittoria che all’auto trascendenza. Perciò naturalmente l’esitazione, l’ansietà e il dubbio hanno libero accesso alla tua mente e al tuo cuore e tu non hai e non puoi avere soddisfazione.

ROD DIXON (Vincitore della maratona di New York, il Bronzo per i 1500 metri ai Giochi Olimpici del 1972, quarto posto alle Olimpiadi del 1976 per i 5000 metri)

Domanda: E’ irragionevole aspettarmi che la mia famiglia capisca la mia necessità fisica di perseguire la mia vita di corridore? Voglio compiacere la mia famiglia, ma voglio anche compiacere la mia carriera atletica.

Sri Chinmoy: Sei un grande corridore. Hai già conseguito una gloria straordinaria nella tua carriera. Per conquistare così tante sublimi altezze nel mondo della corsa, hai fatto grandi sacrifici, e anche i membri della tua famiglia hanno fatto grandi sacrifici. Questo tipo di mutuo sacrificio in nessun modo giustifica la negligenza verso la tua famiglia. Pensando all’Ultimo o meditando sull’Ultimo, lungo la via puoi fare sacrifici apparenti. Devi sapere che alla fine questi sacrifici stessi diventano una sorgente di soddisfazione illuminante. O impallidiscono nell’insignificanza quando sei ripetutamente coronato da successi himalayani. Con i loro cuori umani, i membri della tua più vicina famiglia vogliono possederti e averti con loro tutto il tempo. Il tuo affetto e amore per loro e il loro affetto e amore per te significano tutto per loro. Forse i tuoi allori atletici per loro sono secondari. Ma tuttavia, questi stessi membri della tua famiglia hanno anche un cuore divino. Al contrario del cuore umano, che vuole possedere ed essere posseduto, il cuore divino vuole solo dare se stesso, ampliare se stesso, ricevere il vasto mondo ed essere ricevuto dal vasto mondo. Questi sono i messaggi che il cuore divino riceve dai mondi più alti e che offre al mondo esteriore in lungo e in largo. Coloro che vivono nel cuore divino sono destinati al mondo intero. I messaggi che questo cuore gli dà essi non li tengono segreti e sacri per la loro famiglia. No, li offrono a tutta l’umanità. Perciò se alcuni vogliono possederti o proclamarti come proprio, veramente proprio, essi dovrebbero provare a vivere nel cuore divino, come fai tu. Se tu e i membri della tua famiglia potete vivere tutti nel cuore divino, allora il tuo impegno per i tuoi cari e la loro comprensione per quello che tu eri, sei e che diventerai, alla fine e infallibilmente porterà gioia infinita e soddisfazione infinita a te e a loro.

JOHN SAVAGE (Giocatore al torneo di tennis)

Domanda: Perché è così difficile progredire o eccellere negli sport?

Sri Chinmoy: Nella vita, fortunatamente o sfortunatamente, niente è facile. Se le cose sono facili, ci soddisfiamo con la nostra vita di auto compiacimento. Come una rana, dobbiamo saltare, saltare, saltare! Se le cose sono facili, se abbiamo sempre successo, non valuteremo le nostre capacità né apprezzeremo le nostre conquiste. In ogni momento dobbiamo sempre valutare non solo i nostri successi e le nostre conquiste ma anche gli sforzi che facciamo. Dobbiamo in ogni momento valutare non solo ciò che diventiamo ma anche ciò che siamo nel processo del divenire. Non possiamo separare gli sforzi dal risultato. Sfortunatamente, non apprezziamo i nostri sforzi. Ammiriamo e adoriamo solo il risultato. Per anni e anni ci alleniamo duramente. Poi, in poco tempo, il torneo finisce. Il mondo ricorderà solo che c’era un campione a Wimbledon o in Francia. Ma per raggiungere questo, quanti anni di preparazione ci sono voluti? Quattro, otto, dieci, venti anni! Questo il mondo non lo apprezza. Esso apprezza solo la vittoria, non la preparazione.